La Scola: un borgo intatto tra storia e natura

in Dicono di noi » stampa, 10 Dicembre 2021

Dicembre 2021

Il Borgo di Scola è sito nell’Appennino Bolognese a metà strada tra due luoghi unici: la Rocchetta Mattei ed il Santuario di Montovolo, entrambi nel Comune di Grizzana Morandi; è un Borgo medievale intatto, un unicum del nostro territorio, in quanto si possono ammirare una serie di edifici la cui datazione è ricompresa tra la fine del 1330 e la prima metà del 1600.

La storia di Scola affonda le radici nel VI sec. d.c., quando, proprio sul crinale, ove si trova il Borgo, passava il confine tra il regno Longobardo – a sud – e l’Esarcato di Ravenna – a nord. Di quel periodo storico resta soltanto il toponimo che ha una radice germanica: Scola deriva infatti da Skult che significa posto di guardia e di vedetta.

La finalità difensiva ha connotato la storia di questo Borgo anche in epoca medievale, quando il crinale costituiva il confine tra il Comune di Bologna e la zona dominata dai pistoiesi.

Dal punto di vista architettonico, detta finalità emerge nella struttura della casa-torre, in quanto edificio che meglio garantiva la sicurezza dei propri abitanti, e nelle balestriere di diverse forme, presenti su molti edifici.  Agli inizi del ‘500, raggiunta la pace con i Pistoiesi, l’originaria funzione militare del borgo è venuta meno, anche con l’opera dei Maestri Comacini che trasformarono le vecchie torri, inglobandole in edifici più confortevoli al vivere civile. Questi abili costruttori provenienti dall’alta Lombardia giunsero qui sicuramente per lavorare la pietra di Montovolo, una tra le migliori arenarie presenti in Italia; tracce del loro passaggio sono visibili nei simboli che hanno lasciato su diversi edifici (dal sole delle alpi ai cd. seni).

La storia del Borgo è strettamente connessa alla famiglia Parisi che venne da Prato sul finire del 1330 e che si è estinta a metà del secolo scorso, con Irene Parisi; I Parisi quando giunsero a Scola erano dei basiglieri – cioè venditori di lana grezza – ma, già poco tempo dopo il loro arrivo, si ha notizia del primo Notaio Parisi a cui ne seguirono molti altri.

Proprio nella piazzetta di Scola sorgono i due edifici che i Parisi abitarono, quello più antico  – a nord  – mentre ad ovest si può ammirare il maestoso Palazzo Parisi in stile toscaneggiante, terminato nel 1638.

La visita di Scola comprende alcuni imprescindibili edifici, oltre a quelli già citati, in particolare: la Maestà o Edicola di San Rocco, il Pavaglione, l’oratorio di San Pietro del 1616 con la restaurata Pala d’altare della Madonna della Cintura e la via crucis di Gian Paolo Roffi (artista della corrente della poesia visiva), l’Oratorio di San Francesco e la teggia dei Parisi con accanto il maestoso cipresso di ben 700 anni che, dal 2016, è monumento nazionale arboreo.

Un’altra peculiarità di questo posto sono proprio le bellezze naturalistiche: infatti, grazie a un micro clima più favorevole rispetto alle zone circostanti, in Scola crescono molte piante non autoctone, tra le quali, oltre al citato cipresso, anche capperaie ed ulivi.

Dal 1993 a promuovere e tutelare Scola vi è l’Associazione culturale Sculca che – già nel nome – si è voluta identificare con l’antico toponimo; l’attività della Associazione si caratterizza per la realizzazione di eventi culturali, nei mesi estivi e a Natale, per la promozione di restauri (ben quattro realizzati: le 2 meridiane, la pala d’altare ed il coperto dell’Oratorio di San Pietro), per le informazioni che offre ai visitatori e per la stampa del primo volume interamente dedicato a Scola. Nel sito della Associazione (www.borgoscola.net) si possono trovare tante curiosità sul Borgo e suggerimenti per la visita dei dintorni.

Il Borgo, da oltre 40 anni, è sottoposto a vincolo urbanistico e architettonico cosa che ha permesso di preservarlo nella sua interezza; perciò visitare Scola significa fare un tuffo nel passato ed è per questo che il consiglio è di godersi con calma l’itinerario, camminando tra i vicoletti, nella pace più totale per apprezzare appieno le bellezze storico-artistiche, nonché quelle naturalistiche che questo posto offre e magari tornando nelle diverse stagioni per ammirare atmosfere differenti, ma sempre uniche.