Nota dell’autore
La Via Crucis che ho realizzato per l’Oratorio di San Pietro del Borgo La Scola si presenta come una serie di 14 formelle e 14 testi poetici. Due sono linee di sviluppo che le danno il carattere unitario sotto il profilo formale e il senso complessivo sul piano del significato.
La prima è costituita dalla presenza di vecchi caratteri tipografici in legno. Matrici di ogni possibile discorso, sparsi o accostati senza formare un testo comprensibile o interpretabile, essi alludono al mistero di quanto viene rappresentato, alla formulazione indecifrabile delle scritture sacre, alla impossibilità di spiegare compiutamente la vicenda della passione.
La seconda è data dalla collocazione di un uovo sopra le formelle. Generalmente in quella posizione si trova una piccola croce con il numero della stazione. Qui invece domina quest’altro simbolo, che segna l’unità e la continuità dell’opera nella successione delle stazioni. L’uovo comprende, nella storia delle culture, una ricca simbologia, ma il suo significato prevalente rimanda al concetto di rinascita, allo schiudersi di una nuova vita. Secondo la tradizione e la simbologia cristiana rappresenta il sepolcro, il luogo chiuso dal quale si aspetta che scaturisca la vita rinnovata del Cristo e dal Cristo: basti pensare alla tradizione dell’uovo pasquale, che qui ha la sua origine. Questa Via Crucis, dunque, è tutta orientata verso una dimensione escatologica, verso la quattordicesima stazione, il sepolcro, dove avviene l’incubazione dell’uomo nuovo, del nuovo Adamo.