Fiori, foglie e fogli atto 6

Presentazione libro

Quando: 3 Settembre 2023

Dove: LaScola

IN CASO DI MALTEMPO L’EVENTO SI SVOLGERA’ NELLA SALA GRANDE

Breve biografia di Elli Signani

Nata a Filo di Alfonsine (Ravenna), ha lavorato in Biblioteca Classense e al Mar di Ravenna, di seguito ha insegnato negli Istituti Inferiori e Superiori della Provincia di Modena e di Bologna (Alta e Media Valle del Reno). Da anni si dedica alla scrittura, sia in lingua che in dialetto romagnolo, diversi suoi testi sono presenti in Antologie e Riviste letterarie.

Ha inoltre pubblicato:

Per la poesia

D’Amour, poesie. Roma, Lo Faro, 1991.

Raffiche, poesie dell’istante. Grizzana Morandi, Seledizioni, 1991.

Api coriandoli passioni. Cesena, Il Ponte Vecchio, 2014.

Per la prosa

Ridotto di provincia. Faenza, Mobydick, 1994.

Et labor fuit. Racconti brevi sul lavoro che fa male. Roma, 2011.

Di luce sparsa. Racconti per un romanzo. Cesena, Il Ponte Vecchio, 2014.

Sissy and Cleo. Se un cane e un gatto adottano la tua casa. Cesena, Il Ponte Vecchio, 2015.

Nuclei. Un amore ai confini di Cernobyl. Romanzo. Cesena, Il Ponte Vecchio, febbraio 2020.

Filo d’erba. Racconti. Cesena, Il Ponte Vecchio, 2022. 

Per il dialetto romagnolo

Ad sgrinfi e ‘d sgranfi int la mi tera. Sonetti e altri metri in lingua romagnola. Cesena, Il Ponte Vecchio, 2008.

E’ cor de temp… e étar scurs. Il cuore del tempo… e altri discorsi. Cesena, Il Ponte Vecchio, 2019.

A cul scvért. Voci e paesaggi della pandemia in lingua romagnola. Cesena, Il Ponte Vecchio, 2021.

Breve sinossi de “Filo d’erba ed altri racconti”

Racconti brevi, o brevissimi, dipingono un mosaico di voci femminili che aleggiano sul filo d’erba della solitudine, o meglio, delle tante solitudini che compongono queste storie, comunissime dispersioni e rinascite,  perdite e illuminazioni, dove la fatica di stare nel mondo diventa macigno di sogni, ora agognati allo spasimo, ora franti e rassegnati, ai piedi del monte dell’esistenza. L’animo sempre curvo sui tanti ruoli che travagliano le stagioni della vita, spesso l’io narrante, senza infamia e senza gloria, tende a sfuggire alle proprie angosce come anguilla che scivola e guizza tra le mani, pur di rimanere a galla nel proprio immobilismo. Pur di non identificarsi troppo a lungo con il problema, o di doversene giustificare.

Affidando la narrazione a un parlato sommesso, dilazionando i ricordi delle azioni in movimenti rapidi e fugaci di ballerine in gabbia, queste figure restano tuttavia autentiche testimoni della solitudine delle loro scelte, a volte con ironica consapevolezza, a volte con rabbia e l’ansia fobica di non volere più sentir parlare di se stesse pur ciarlandone in modo continuo ed esacerbato, altre, con uno stupefacente pensiero di gratitudine per la vita e il dono che hanno ricevuto in una lotta tanto impari.

Nello specchio di queste ambivalenze soverchie e continue, l’empatia per la propria condizione travalica il genere e rappresenta commedia più ampia e universale, dove ai destini umani si legano le note della bellezza contristata del vivere.